Un giorno ero in aeroporto, tornavo dalle vacanze.
Mi piacciono gli aeroporti, mi trasmettono una piacevole sensazione di non-luogo, freddi e frenetici, molto umani.
Un libro mi ha chiamato, e ho iniziato a leggerlo, mentre quasi non mi accorgevo che qualcuno stesse suonando il pianoforte da qualche parte.
Non tanti conoscono Andre Dubus, scrittore di short-stories americano del secolo scorso ma meriterebbe più fortuna.
Quel suo libro era profondo, introspettivo e bellissimo, “I tempi non sono mai così bui”... che non ci si possa trovare un uomo buono, completo io la citazione. Verrebbe da chiedersi se ci sia un uomo buono in quel libro, forse no.
Ma l’intervista all’autore presentata in fondo al libro è illuminante: i personaggi di Dubus cercano se stessi nella violenza, è paradossale, ma non sono persone malate. Sono umani, e come tali alcune volte compiono il male nonostante abbiano le migliori intenzioni, e in fondo a questo si intravede ciò che di più vero lo scrittore ha da dire sull’uomo come lo ha concepito.
Ma non volevo scrivere la presentazione di un libro.
Ma pensate, quanto caos, per vedere un barlume di luce nelle nostre vite.
Pensate a Canova, lo scultore. Le sue sculture sono l’esempio dell’equilibrio e della leggerezza, e non sembrano essere state scolpite nel marmo, ma forse tratte da esso con un tocco magico, un gesto simile a quello che Dante descrive quando dice “O divino Appollo […] sì come quando Marsia traesti della vagina delle membra sue”. Un paragone così cruento non è fuori luogo: la genesi delle opere di Canova sembra strana ai più. Lo scultore partiva da una bozza che lavorava, e su quelle di queste che sono state trovate, si vedono le scalpellate violente di un uomo tutt’altro che pacifico, ma la forma si raffinava via via, sublimando, così nacquero Amore e Psiche.
Non preoccupatevi, non c’è nessun filo logico!
Questi sono i pensieri che mi sono venuti, riflettendo su un aforisma che ho letto tempo fa: “Bisogna avere del caos dentro, per partire una stella danzante” (Nietzsche). Ed è vero, c’è una traccia dorata nella nostra vita, tra tutte le involuzioni e i labirinti.
Non è bellissimo?
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