Look autunno 2016…
Stai cercando un modo per sentirti IN oggi? Iniziare la settimana in grande, con un look strepitosamente energico?
Gli eserciti dei blog di moda per oggi non ti daranno la risposta che cerchi. Perché la risposta che cerchi è una risposta che già sai: ogni TIPl’avrai letto e riletto centinaia di volte, seguendolo sempre per un 20% o per impossibilità spazio-temporale di procacciarti gli indumenti o per indisponibilità di risorse economiche (una scarpa Loubutin ogni weekend non so tu, ma io non me la posso permettere).
un accessorio non è per forza costoso…
Spesso però l’accessorio perfetto per farti sentire una regina è qualcosa che non ti aspetteresti: tua nonna ti ha mai regalato una sciarpa a pois completamente out of style che però si è resa indispensabile nel tuo stile? Hai mai comprato un paio di pantaloni perché ti ricordavano quelli di tuo padre quando andavate in montagna anni e anni fa? Hai mai cercato nell’armadio una giacca di cuoio perché volevi somigliare a Karen Blixen in La Mia Africa?
Beh, son sicura di sì. Perché il tuo accessorio caratterizzante alla fine lo scegli sulla base di 3 fattori fondamentalmente:
- originalità
- esclusività
- richiamo affettivo
l’accessorio della settimana
È pensando a questi fattori che questa settimana ti propongo una maglietta macchiata di rosso come piatto forte:
- è originale: non va di moda in questo periodo
- è esclusiva: quasi nessuno va in giro con le magliette macchiate, dal momento che è generalmente malvisto uscire con delle macchie sui vestiti. “Non è bene!”
- ha vari possibili richiami affettivi: può ricordare il sangue che hai visto o immaginato, magari quello dei morti innocenti nel conflitto in Siria. Oppure ti ricorderà la tua femminilità, e per una buona volta anziché nasconderla e buttarla appallottolata in un cestino la esibirai, in un gesto provocatorio. Può richiamarti a un amore, probabilmente uno finito; il più importante della tua vita (di solito quelli finiscono così, col cuore esploso di dolore).
falla tua in 10 passi
Ora… come recuperare una maglietta macchiata di rosso, e come indossarla?
- Innanzitutto, cerca una maglietta bianca brutta o semidistrutta o impresentabile. Anche di tuo fratello o fidanzato o zio o padre, fa lo stesso.
- Cerca fra gli scatoloni dell’ultimo trasloco quel barattolone di tempera rossa che conservi dalla quinta elementare perché “un giorno potrebbe tornarti utile”.
- Sposta i mobili in salotto e crea un bello spazio dove puoi muoverti euforicamente senza sbattere contro qualcosa
- Copri i mobili con un telo di plastica (quelli dell’ultima volta che hai dato il bianco)
- Spruzza con violenza e felicità e in atto liberatorio la vernice sulla maglietta, senza vergogna né ritegno né pudore.
- Metti il risultato del capolavoro ad asciugare possibilmente all’aperto
- Preparati un bel paio di leggins neri (io ho una passione per quelli simil-pelle o velluto, ma anche normali van bene)
- Degli anfibi alla Jessica Jones o degli stivaletti texani bassi
- Ruba a tuo fratello pure una bella camicia, se non ne hai una grossa.
- Condisci con braccialetti abbondanti e senza relazione gli uni con gli altri e con una coda alta.
Ora sei pronta ad affrontare la settimana, secondo me. La maglia ti darà la forza
La mia versione della maglietta macchiata di rosso…
La mia versione di rosso per questa settimana è questa: il rosso della vernice con cui ieri abbiamo dipinto la cancellata di una scuola materna a Falchera, un quartiere periferico di Torino.
C’eravamo quasi tutti, noi Peace Bombers (= alias i millennials di Pequeñas Huellas) , musicisti da salotto del tutto inesperti di pittura e scrostatura di cancelli. Eppure una volta, guardando come erano ossidati, grigi, spenti, anti-accoglienti e anaffettivi, ci è venuto in mente di dipingerli di rosso.
Perché era importante che in questo nuovo lunedì i bambini arrivassero a scuola e gli venisse da sorridere, da credere e investire sulla propria vita e su quella degli altri, della comunità.
Cooperazione è tutto. E ci siamo divertiti come pulci! Con il rosso che ci colava addosso dappertutto e i coretti che intonavamo dipingendo.
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